giovedì 25 aprile 2013

The Drinking Revolution


Che birra artigianale e musica underground condividessero lo stesso pubblico è cosa ormai certa. Innumerevoli i richiami tra mondo musicale e pianeta brassicolo, perché, in fondo, saper riconoscere una buona birra è un gesto rivoluzionario, è non accontentarsi di quello che bevono gli "altri". Citazioni sottili per Brewdog che chiama Punk la sua India Pale Ale "base" e Hardcore quella brutalmente più amara ed alcolica. Ma nel Midwest il legame tra microbirrifici e metal è davvero palese, anche se "non direi che quello è il genere/cultura a cui noi ci sentiamo più vicini, ma tuttavia c'è una tendenza" sostiene Trent Holton del piccolo birrificio Half Acre di Chicago. "Non so che dirti, se non che la birra artigianale americana e il metal condividono un sacco di ispirazioni profonde. Considerare di fare qualcosa di rumoroso, aggressivo e anticonformista ci ha mantenuto sani di mente" spiega Todd Haug, negli anni '80 chitarrista dei Powermad, la storica band di speed metal di Minneapolis, ora mastro birraio presso Surly. La loro quinta ale celebrativa, la Five, esce con un'etichetta che ricorda quelle del black metal norvegese: caprone, pentacolo e colori smorti. 3Floyds, da parte sua, rincara la dose: festeggia i suoi 15 anni di attività invitando i Melvins a suonare nel suo pub, che viene citato dagli Amon Amarth come "tappa obbligatoria" durante i tour in U.S.A. Un'etica senza compromessi quella del microbirrificio dell'Indiana che l'ha portato in cima alla classifica dei produttori, obbligandolo a lottare per soddisfare la richiesta dei suoi clienti che attualmente si limitano a soli tre stati del Nord America. Come se non bastasse, esistono poi alcune birre nate da una collaborazione tra musicisti e birrai come la The Creeper, Doppelbock brassata appositamente per i Pelican dai già citati 3Floyds o la sour ale di New Belgium per i Clutch. Anche il gruppo punk norvegese Kvelertak si adegua, autoproducendo la Kvelerbräu, perché il rock 'n' roll sarebbe più noioso senza birra...

Pubblicato originariamente su Salad Days Issue X